Sergio Vecia

Avevo13 anni quando trovai per caso una macchina fotografica Petri abbandonata in un giardino. Non sapevo ancora che quello strumento avrebbe cambiato il mio modo di vedere il mondo.
Da allora, la fotografia è diventata un filo silenzioso che ha attraversato ogni fase della mia vita.Negli anni ho vissuto due vite parallele: da un lato studi universitari, dall’altro una ricerca visiva libera e necessaria.
Dopo alcune esperienze in ambito fotogiornalistico (con agenzie legate e testate internazionali come Time, Der Spiegele Newsweek), ho sentito il bisogno di esprimermi in modo più personale e creativo. Mi sono avvicinato alla fotografia pubblicitaria collaborando con studi di posa in seguito, ho co-fondato lo studio SpazioVisivo a Roma. Ho lavorato con agenzie come Saatchi & Saatchi, Y&R, Armando Testa, realizzando campagne per clienti come Esso, Ford, Hilton, Mercedes, Banca Intesa. Siamo stati tra i primi in Italia ad usare l’immagine elettronica digitale, con il sistema americano Imaginator.
Insieme al lavoro commerciale, ho sempre portato avanti una ricerca personale che oggi è diventata centrale. Dal 2016, chiuso lo studio, ho scelto la fotografia fine-art.
Le mie opere indagano il tempo, la luce e lo spazio, dissolvendo la realtà visibile per evocare tracce, atmosfere e visioni sospese.
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